I agree with the Criterion Collection's blog, which the 2nd of August posted a comment under the title :
"A Monumentally Sad Week"; you can read it by clicking here:
I have just watched "Il Grido", by Antonioni, borrowed at the Askwith Media Library here at the Shapiro. I was moved by the Italian landscape photography, by the eyes of little Rosina... watch it if you can!
I hope Criterion is going to release soon "Zabriskie point" and "Deserto Rosso" on DVD. The best way to honor a director is to have his work avalaible for the people... I have also borrowed "Fanny and Alexander" and "The silence" by Bergman... I really suggest a trip to AML soon to all of you!!!
ciao
f.c.
1 comment:
Read this article from LA STAMPA on line (www.lastampa.it):
Bertolucci: "Il mio Leone sa di pensione"
Il regista parla del premio della Mostra e di Antonioni «Ha rubato la scena a Bergman»
S.N.
ROMA
Bernardo Bertolucci non perde la sua vena sarcastica, anche adesso che si ritrova a dover camminare appoggiandosi a un deambulatore a causa di un incidente. E allora scherza sul Leone d’Oro alla carriera che gli sarà offerto alla prossima Mostra del Cinema di Venezia. «Ho pensato e sognato che questo piccolo attrezzo ortopedico a quattro ruote mi sia stato consegnato dal destino per dirmi che nei miei film ho fatto troppe carrellate. E allora per un periodo mi sono trasformato in un carrello umano». Dice Bertolucci nel corso dell’intervista al settimanale L’Espresso in edicola oggi, aggiungendo: «Credo che dirò la stessa cosa quando dovrò salire sul palcoscenico della Mostra del Cinema di Venezia per ricevere il Leone d’Oro, che non è alla carriera, odora di prepensionamento, ma per il 75° compleanno della Mostra. È come identificarmi con il Cinema. Che cosa si può volere di più di questi tempi?». Dunque il ricordo più dolce: «Faccio cinema perché ho visto “La dolce vita”, avevo 18 anni, mio padre mi portò a una proiezione organizzata da Fellini per un gruppo di intellettuali, prima che venisse doppiata. Era incredibile, col suono in diretta». Nella sua carrellata si sofferma pure sulla polemica che vede Tarantino accusare il cinema italiano contemporaneo di essere poco innovatore e solo lo specchio delle nevrosi della borghesia: «Non capisco perché l’hanno preso così sul serio. Chissà quante ne dice anche su se stesso. Il suo amore per i B-movies italiani anni Settanta lo fa coccolare dai festival. Che sono la sua stanza dei giochi».
E neppure dimentica di citare i due registi scomparsi a un giorno di distanza, Bergman e Antonioni: «La loro è stata una duplice morte molto simbolica, erano l’essenza del cinema. Michelangelo era così competitivo da non sopportare di lasciare a Bergman tutta la scena e così gliel’ha rubata».
(8/10/2007)
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